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Una nuova opera di Sisley arricchisce la mostra "Da Degas a Boldini" nelle ultime due settimane di apertura

Per le due ultime settimane di apertura la mostra “Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull'Impressionismo tra Francia e Italia” si arricchisce dell’opera “La Mare aux canards, château du Pont, Louveciennes” di Alfred Sisley

Presentazione venerdì 20 giugno 2025 ore 11
Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni palazzo Montani Leoni, Terni

Mancano due settimane alla chiusura della mostra Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull'Impressionismo tra Francia e Italia, prevista per il prossimo 29 giugno, ma non sono finite le sorprese. Ad arricchire il percorso espositivo, infatti, arriva una nuova opera: La Mare aux canards, château du Pont, Louveciennes di Alfred Sisley, datata 1873, recente acquisto della Fondazione Carit insieme a Bouquet de fleurs avec des roses di Camille Pissarro, già in mostra dallo scorso 16 maggio.

Per la speciale occasione si terrà una presentazione pubblica il giorno venerdì 20 giugno alle ore 11 presso palazzo Montani Leoni, accompagnata da ben due appuntamenti concertistici straordinari in collaborazione con il Liceo Musicale “F. Angeloni” di Terni, rispettivamente alle ore 11 e 18.

Il primo intervento alle ore 11 vedrà protagonista l’esibizione di un gruppo di fiati che proporrà un percorso di musica pop d’autore dal sapore nostalgico e accattivante, mentre il secondo alle ore 18 prevede un ensemble di percussioni che proporrà vari autori quali Cage e Reich dalle sonorità vivide e coinvolgenti utilizzando diversi strumenti con una varietà timbrica cangiante.

Fino al 29 giugno sarà quindi possibile ammirare in mostra anche La Mare aux canards, château du Pont, Louveciennes (1873) di Alfred Sisley, opera all’avanguardia per il periodo, che anticipa di un anno i canoni impressionisti che vennero sanciti solo nel 1874 con la celebre mostra nello studio del fotografo Nadar. Sisley è tra gli artisti meno noti del periodo impressionista e in quest’opera di paesaggio dai toni verde-bruni già si distingue per la pennellata a rapidi tocchi che caratterizzerà non solo gli artisti impressionisti, ma anche le correnti del Puntinismo e del Divisionismo.

Così la curatrice Anna Ciccarelli valorizza le opere di Sisley e Pissarro recentemente entrante nella Collezione d’Arte della Fondazione Carit, accomunate da una forte sensibilità e intimità:

“(…) Osservando le due opere dappresso, si fa fatica a considerarle appartenenti ad un medesimo ideale estetico, ad uguali principi di rivoluzione artistica. Ma la forza di questi due protagonisti, così come di Manet, Monet, Berthe Morisot, Degas (tutti presenti in mostra) consiste proprio nella libertà di espressione e di pensiero. Come scrive mirabilmente Lionello Venturi “gli impressionisti non vogliono fare teorie [...] ma liberare la pittura da quella forma accademica che perdura in Courbet, contro la quale si era accanito Delacroix, e in modo più cosciente di quello usato da Daumier; e vi sono riusciti sia per la sensibilità di luce e di colore, ch’ebbero più viva e più sottile di tutti i loro predecessori”.

Il percorso espositivo si apre con i rappresentanti della scuola di Barbizon, Jean-Baptiste Camille Corot, Berthe Morisot e Edgar Degas e prosegue con la sezione dedicata a Les Italiens de Paris, che vissero e furono attivi nella Parigi dell’ultimo quarto del XIX secolo, durante la cosiddetta Belle Époque, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale.

In Italia, nel difficile periodo post-unitario, prende piede il nuovo stile moderno parigino e ne sono testimoni le opere di Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini e dei Macchiaioli, con splendidi pezzi di Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Vittorio Matteo Corcos.

Non manca certamente la scultura: oltre ai due bronzi di Edgar Degas della GNAM, una bellissima opera in cera di Medardo Rosso, massimo rappresentante della scultura moderna italiana.

Chiude la mostra un “omaggio agli impressionisti francesi” nelle opere di due grandi artisti contemporanei italiani, Mario Schifano e Tano Festa. Un video messo a disposizione dalle Teche della Rai completa il percorso espositivo.

 

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